Ogni oggetto richiama l’inferno,
sacri simulacri,
ombre inanimate sopravissute all’esistenza.
Dalla vostra immobilità solenne
sgorga un ultimo canto di lutto.
Poi tutto torna a tacere
muto ammonimento
repressa imprecazione,
bestemmia di gelo.
*******
Foto
di
Sauro Fiorani
Annunci
Epigrafica, intimamente sentita.
baciotto
*Marghe*
Il connubio foto parole mi ricorda tanto la tragedia dell’olocausto..mie associazioni..grazie per i commenti, gino paoli lo conosco poco ma direi che il suo testo è azzeccato
Cara…ho avuto problemi con internet!Ti ho pensato ogni giorno e oggi scoprendo che hai notato la mia assenza mi sono commossa.E’ bella questo nostro rapporto.
Questa tua poesia,molto profonda,apre uno scorcio su quello che è il baratro dell’esistenza:oggetti,ombre,imprecazioni,silenzi,emozioni…
Mari
Mari cara, tutto bene?
M_
Quanta tristezza in questi tuoi versi e quanto orrore dietro alle parole.
Amica mia tu sei sempre stata una noir ma ultimamente molto più di prima.
Come mai?
Un abbraccio.
Giò
Quando è così m’inchino…
Serena notte
niente di ciò che sosta sulla terra va perduto, amica cara,tutto si rigenera , solo l’uomo ha spazi cupi d’annebbiamento , ma non è detto che siano do eterno gelo
un lieto mattino per te
LL
My dear Margot pourquoi tu ecrit questi versi così lugubri?
Smile…
non rimpiango i vecchi capelli
a dorare la mia femminilità
e non rimpiango nemmeno lo specchio
tanto qui non rifletto
sono una spazzola
che spettina il mondo
e penso solo a quando avevo un’ombra
e non ero un’ombra.
certo che puoi, è un onore.
Andy